Le microsostanze che allenano l’endurance

Posted by Elena Casiraghi 11 Gennaio 2018 4 Comments 7154 views

Questa cosa per cui l’alimentazione può favorire la prestazione mi affascina particolarmente. Esistono infatti alcune sostanze naturali che pur non fornendo calorie agiscono favorendo l’ottimale funzionamento delle cellule e, quando abbinate all’allenamento di endurance, possono potenziarne gli effetti. Si chiamano polifenoli. Il loro nome proprio forse vi può lasciare un po’ disorientati ma dopo le prossime righe tutto vi sarà più chiaro: a cosa servono, dove si trovano e, nello specifico quali scegliere se il vostro desiderio è quello di migliorare la prestazione.

Il ruolo dei polifenoli nello sport di endurance

I polifenoli sono sostanze responsabili, tra le altre cose, del colore e sapore di frutta e verdura. Una volta assunti dall’organismo umano ne favoriscono la salute in particolare quella dell’intestino agendo in sua difesa da agenti patogeni. E’ proprio nell’intestino che piccoli frammenti di polifenoli possono passare nel sangue e divenire attivatori dell’espressione di alcuni geni. Essi possono essere utili agli atleti da vari punti di vista. Infatti, possono:

  • agire sulle componenti aerobiche, migliorando, come i flavanoli del cacao, il flusso ematico e favorendo la biogenesi mitocondriale nei muscoli scheletrici e nel miocardio; così facendo si determina un aumento significativo del massimo consumo di ossigeno;
  • diminuire gli effetti negativi del deallenamento, caratteristica questa dei flavonoli del cacao;
  • accelerare il recupero dopo gli impegni gravosi, grazie alla riduzione dei danni muscolari e permettere quindi un ritorno in tempi più rapidi alle sedute di allenamento.
  • curare l’anemia da sport e prevenirne le ricadute, quando abbinato all’effetto antinfiammatorio degli omega-3 e preferendo tra i polifenoli in particolare la curcumina e, fra le antocianidine, le delfinidine del maqui;
  • ridurre il rischio di infortuni, grazie all’effetto antinfiammatorio e antiossidante;

Qual è il problema?

Il problema è la biodisponibilità dei polifenoli. Spesso è bassa e così la percentuale di quelli che raggiungono il sangue è minima. Questo significa che per ottenere vantaggi concreti i polifenoli devono esser assunti in alte dosi e con altrettanta frequenza. Non è tutto. I livelli di polifenoli in frutta e verdura sono bassi (0,1-0,2% del peso), per questo sarebbe necessario, a conti fatti, assumere circa 10 porzioni al giorno di vegetali per ottenere i valori minimi utili ad ottenere sufficienti miglioramenti della prestazione sportiva.

Qual è la soluzione?

La buona notizia è che i polifenoli possono esser estratti, purificati e concentrati. In questa maniera si riuscirebbe ad assumere per via orale una quota maggiore di tali sostanze rispetto a quella assunta unicamente dagli alimenti.

Non tutti i polifenoli sono uguali

Sono stati riconosciuti più di 8000 polifenoli, differenti tra loro per struttura. I polifenoli più efficaci rientrano nella categoria dei flavonoidi. Tra questi la famiglia di flavonoidi con la maggior biodisponibilità sembra essere quella delle delfinidine, sostanze tipiche del mirtillo maqui: esse risultano esser assorbite interamente dall’organismo. Mentre il polifenolo flavonoide maggiormente studiato per il suo elevato potere vasodilatatore a livello ematico è quello concentrato nelle fave di cacao, ovvero i flavanoli. Per questo una combinazione maqui+cacao in forma purificata e concentrata potrebbe fornire un elevato potenziale nelle prestazioni di endurance.

Quanti polifenoli è necessario assumere?

Senza dubbio molti. Almeno 1000 mg di estratto di polifenoli al giorno e per favorire una maggiore presenza di tali sostanze nel sangue durante la giornata è importante abbinare un’integrazione di questi al consumo in ogni pasto e spuntino di una porzione di verdura e frutta così da assumerli in quantità concentrata e purificata.

 

 

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