Mondiale Ironman Hawaii

Posted by Elena Casiraghi 2 Ottobre 2014 1 Comment 5163 views

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E’ su una delle isole più affascinanti del mondo che si svolge una delle prove di endurance più dure.

Tra un mare cristallino e pietre laviche si sfidano i migliori atleti del mondo in un percorso che unisce una prova di nuoto, una di ciclismo a cronometro e, infine, una di corsa a piedi. Il tutto senza soluzione di continuità.

3,860 km (2,4 miglia) a nuoto, 180 km (112 miglia) in bicicletta e, per concludere, 42, 195 km (26,2 miglia) a piedi, di corsa. 

I finisher vengono eletti ironman, uno per uno, uomini di ferro. “You are an Ironman” lo speaker annuncia a ciascuna sagoma che oltrepassa il traguardo. Lo ripete più di 1500 volte dal primo all’ultimo arrivato, dal primo pomeriggio a notte inoltrata, titolo personalizzato da nome cognome. Ma solo al primo uomo ed alla prima donna è riservato “You are an ironman world champion”.

Brivido.

Questo accade alle Hawaii, su Big Island, il primo sabato di luna piena di ottobre. Ogni anno.

Ogni anno i migliori “Ironman” al mondo, infatti, si qualificano per sfidarsi su Big Island, a Kona.

Kona è “la Mecca del triathlon”. E per un giorno, la cittadina di Kailua-Kona diviene l’ombelico del mondo.

Ma arrivare al traguardo, ad Alii Drive, è un risultato tutt’altro che garantito. Anche per i migliori.

La temperatura, registrata in media negli anni, è stata di 34 gradi C. (percepita 38-40), con un’umidità del 70-85% ed un vento la cui velocità si aggira intorno ai 60 km/h.

Il vento, infatti, è sempre un fattore critico sul percorso. Cambia la sua intensità e direzione ogni anno. In genere si manifesta principalmente “contro” e raramente a “favore”, spesso incostante, sulla lunga Queen K Highway, la principale strada della frazione di ciclismo. Come a farsi beffa dei partecipanti e ad aumentare il coefficiente di difficoltà della gara, già di per sè dura.

Per questo motivo le ruote lenticolari (quelle “piene” per intenderci) sono vietate.

Nel 2004 si è registrata la massima velocità del vento (80 km/h), fattore che ha influenzato in maniera notevole il tempo totale della competizione ed il numero di ritiri tra i partecipanti. Anche tra i professionisti.

Quell’anno, infatti, vinse Normann Stadler con un tempo nettamente superiore alla media dei vincitori.

Il tempo totale impiegato per completare l’Ironman di Kona nella categoria Age Group varia a seconda della fascia di età: nella categoria M40-44 12h 29′ e nella categoria M45-49 12h 44′ (dati 2002-2013).

I ritiri in media sono intorno al 4% del numero totale dei partecipanti:

– il numero minimo è stato osservato nel 2007: su 1798 partecipanti i ritiri sono stati il 2,7%;

– il numero massimo, invece, nel 2004, a causa del forte vento laterale rispetto alla direzione del percorso in bici: su 1853 partecipanti i ritiri sono stati il 9%.

Lo svolgimento del percorso in bici sembra rappresentare il 50% del fattore di riuscita nella successiva frazione, quella podistica, e quindi dell’intera competizione. Come d’altra parte in tutte le gare di distanza ironman.

Un primo fattore che predispone alla riuscita di un triathlon distanza ironman, è il mantenimento della velocità media costante nella frazione di ciclismo: mantenere una velocità costante, evitando “fuorigiri”; al contrario una velocità differente rispetto alla propria media prefissata aumenta il rischi di ritiri o problematiche nell’ultima frazione come i crampi muscolari associati all’esercizio (EACM).

Ma cosa sono i crampi muscolari associati all’esercizio e indicazioni per evitarli te lo racconterò nel prossimo post/speciale Ironman Kona.

 

Biblio:

– Fontana D. Dimagrire di corsa. Ed. Mondadori 2014

– Fonte dati: www.runtri.com

– Schwellnus M.P. et al., Increased running speed and previous cramps rather then dehydration or serum sodium changes predict exercise-associated muscle cramping: a prospective cohort study in 210 Ironman triathletes. Br J Sports Med 45:650-656, 2011.

– Sulzer N.U. et al., Serum Electrolytes in Ironman triathletes with exercise-associated muscle cramping. Official Journal of the American College of Sports Medicine 1081-1085, 2005.

 

 

 

 

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