Il Natale è l’attesa per l’esplorazione

Posted by Elena Casiraghi 22 Dicembre 2015 0 Comment 2992 views

Natale Sporteat

Quando ero piccola il mese di dicembre era per me un conflitto interiore tra innamoramento, disagio e attesa.

Mi alzavo dal letto guidata dalla voce dolce di mia mamma: come in preda a ipnosi, abbandonavo a fatica le coperte calde -e i sogni-, e mi lasciavo vestire. Mia mamma aveva una predilezione per quelle calzemaglia di lana che pizzicavano quando le indossavi e quelle gonne scozzesi che si chiudevano a portafoglio (eredità di qualche cugina maggiore). Ne avevo una sul verde, una più sul rosso e una tra il bianco e il rosso che si chiudevano con un laccetto di cuoio. Era chiaro che non le amavo molto. Anzi per nulla.

Ma l’atmosfera della casa era magica in quei giorni e mi distoglieva dal pizzicore della lana sulla pelle e da quelle gonne scozzesi che mi facevano sentire poco a mio agio. Anzi, proprio a disagio.

La luce era tenue, e in casa si diffondeva un profumo di pane tostato. Anche se io già bramavo le ferie che per me si traducevano in infinite ore di libertà per scorrazzare all’aperto -senza gonne scozzesi- il più lontano possibile da casa così da non sentire “Elena i compitiii”.

Cappottino, cappello –Elena, le orecchie, copriti bene le orecchie che fa freddo– cartella in spalla…ma prima di uscire dalla porta di casa, ancora assonnata, c’era da aprire la casellina del calendario dell’Avvento.

Niente cioccolatini per me -ero un po’ cicciotta, sai, anzi robusta, o meglio, burrosa– ma solo immagini stampate di omini natalizi che appoggiavano scale ai camini o costruivano pupazzi di neve. E mi piaceva così. Anche se io non li capivo molto.

Ad ogni modo per me dentro a quelle caselline c’era un mondo. Di libertà. Di esplorazione.

Per fortuna oggi mi sono liberata delle calzemaglia di lana, quelle che pizzicano, le gonne scozzesi le ho regalate a qualche cugina che sicuramente se ne sarà disfatta. E gli omini credo siano ancora lì, ad appoggiare scale ai camini.

Il Natale per me oggi viene remando, correndo, pedalando. Ma soprattutto sognando. Come quando ero bambina.

Sognando le vacanze di Natale per esplorare, muovermi, camminare, scoprire. E riposare.

Perché come scrive Emilio Previtali “l’esplorazione credo sia l’arte di immaginare le domande. E l’avventura l’arte di fornire risposte. O almeno così sembra“.

Perché “l’inverno è un sentimento“. E anche il Natale. E la sua attesa.

Ti auguro giorni di festa sereni, ma soprattutto carichi di curiosità.

Che sia tempo per riposare, muoverti, scoprire, esplorare e fare domande.

Che sia tempo di avventura, di trovare risposte e di sognarne nuove.

Che questo tempo sia libertà. E che sia spazio. Per muovere il corpo e la mente.

Lasciar fluire pensieri, sorrisi e la meraviglia -quella puerile e pura- che ciascuno di noi porta con sè.

Un Augurio di un Natale Sportivo, e ricco di momenti di esplorazione. 

 

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