Lockdown e sonno: come il COVID-19 ha cambiato i nostri sogni

Posted by Elena Casiraghi 4 Febbraio 2021 1 Comment 1511 views

Il sonno e l’alimentazione sono due pilastri fondamentali della nostra vita. Da essi dipendono il nostro benessere fisico e mentale e quindi la nostra salute. Due processi che sono stati alterati dall’ansia per il coronavirus e gli eventi legati alla pandemia, come il lavoro, l’isolamento da lockdown totale, la paura del contagio e l’incertezza per il futuro.

I sogni

Nei mesi scorsi è stato aperto un sito internet (con base negli Stati Uniti) con l’obiettivo di raccogliere il racconto dei sogni fatti durante la pandemia da COVID-19 (www.idreamofcovid.com). In base a queste testimonianze si è così scoperto che gli incubi sono diventati più frequenti e la qualità del sonno è peggiorata. Ha avuto più notti agitate e caratterizzate da brutti sogni chi ha sofferto maggiormente d’ansia per le circostanze insolite e la mancanza di uno sviluppo futuro chiaro. Situazioni alle quali si devono aggiungere le “aggravanti” dell’isolamento, della sedentarietà forzata, del timore per l’incertezza e l’approvvigionamento di cibo e di bisogni materiali primari.

La qualità del sonno tra smart working, blue light e luce solare

Nello specifico, come racconta il dottor Jacopo Vitale, ricercatore nel campo delle Scienze dello sport, dell’ortopedia e della cronobiologia all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, i ridotti livelli di movimento quotidiano e di esercizio fisico per via dello smart working hanno influenzato negativamente la qualità del sonno. Il maggior numero di ore che abbiamo trascorso davanti alle “blue light”, ovvero le luci di smartphone, tablet e pc, ha peggiorato la situazione. E sempre a proposito di luci, l’essere rimasti esposti per un tempo molto inferiore rispetto al solito alla luce solare ha compromesso il naturale bioritmo del sonno veglia, alterato peraltro anche da pisolini in orari non abituali e non strettamente necessari.

Sonno e alimentazione: come il primo modifica la seconda

Non solo i sogni e la qualità del sonno sono cambiati, ma anche la cosiddetta igiene del sonno ovvero le abitudini alimentari. Abbiamo dormito meno coricandoci più tardi nella notte, per esempio. La difficoltà ad addormentarsi, inoltre, è aumentata. Il sonno del resto è il primo processo a essere modificato in fronte a una fonte di stress. E le donne, come le persone di età inferiore ai 35 anni, sembrano avere sofferto in misura maggiore di questi cambiamenti negativi.

Un’insufficienza di sonno favorisce l’aumento di peso e altera gli ormoni dell’appetito. Va da sé che chi dorme meno di sei ore per notte ha una probabilità di 3,8 volte maggiore di essere sovrappeso e obeso rispetto a chi ne dorme più di sette. Dormire meno di quanto si ha bisogno fa aumentare del 23% le calorie ingerite il giorno successivo con una maggior ricerca degli alimenti ricchi in zuccheri. E c’è di più. Tra gli sportivi una quantità di sonno inferiore a 6 ore è correlata agli infortuni da stress.

La cura (di sé)

Insomma, se è proprio vero che ogni momento di crisi è un’opportunità per apprendere, è altrettanto vero che la pandemia ci ha messo di fronte all’importanza di prenderci cura di ogni aspetto della nostra vita. Vale la pena pertanto prestare attenzione a come ci alimentiamo e come dormiamo e non sottovalutare i messaggi che, di giorno e di notte, il nostro corpo e la nostra mente ci inviano.

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