Maratona sotto le 2 ore? Ecco come e quando

Posted by Elena Casiraghi 16 Dicembre 2016 1 Comment 5408 views

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Natura non facit saltus scriveva Leibniz. E me lo ripeteva sempre il Prof. Arcelli. La natura non fa salti. E nemmeno i record degli sport. Tutto cresce in maniera lineare. Guadagni marginali che spingono l’asticella dei record sempre più su, poco alla volta. Tout va par degrés dans la nature, et rien par saut. Che tradotto significa: tutto va per gradi nella natura, e niente con salto.

Berlino, 28 settembre 2014 il keniano Dennis Kimetto scrive un nuovo record mondiale della maratona: 2 ore 2 minuti 57 secondi.

Milano, 12 dicembre 2016 Nike lancia la sfida: propone tre suoi atleti per battere il muro delle 2 ore. Si tratta di abbassare l’attuale record di almeno 2 minuti e 58 secondi. Finzione o realtà? Scopriamolo.

Correre la maratona in meno di 2 ore significherebbe mettere in fila 4 10.000 metri in 28’26”. E chiudere gli ultimi 2.195 metri in 6’15”. In pratica un ritmo di 2’50-51″/km. Non per nulla Giorgio Rondelli -storico tecnico di Alberto Cova e di altri campioni- le ha definite “motociclette umane” perché le cifre sono davvero da brivido.

E gli scienziati cosa dicono? Sul Journal of Applied Physiology, una rivista che da decenni è un riferimento fondamentale per tutti coloro che si occupano di fisiologia dello sport, è uscito cinque anni fa un articolo di Joyner et al. intitolato “The two-hour Marathon: who and when”. Non è stato trascurato nulla: in questo articolo si è analizzato ogni aspetto che ha importanza nella prestazione dei 42,195 km. Sintetizzando si può dire che un atleta che possieda al tempo stesso un elevato valore di massimo consumo di ossigeno, di soglia del lattato e di economicità della corsa possa senza dubbio arrivare al traguardo sotto le due ore. Impossibile, invece, afferma Giorgio Rondelli, anche se i record si battono.

Quando accadrà? Per avere un’idea di quando questo succederà, gli studiosi hanno proposto un grafico nel quale vengono riportati i record del mondo e l’anno solare in cui sono stati compiuti. In pratica, nella più ottimistica delle ipotesi, si arriverà sotto i 120 minuti nel 2021-2022. Probabilmente chi riuscirà a scrivere questo record sarà un ragazzo che ad oggi sta frequentando le scuole superiori.

Le soprese? Le soprese esistono. E un po’ me le aspetto. Almeno per il record di maratona. Questa attesa calcolata dagli studiosi, infatti, potrebbe essere inferiore se emergerà un atleta molto più forte dei migliori tra quelli attuali. Come è successo in passato con l’australiano Derek Clayton che nel 1967 ha tolto 2’2″ al precedente record. E ancora Paula Radcliffe che nel 2002 ha migliorato il primato di 1’29” e nel 2003 un ulteriore minuto e 53″.

Ricerca e innovazione. Potrebbe anche succedere che avvenga qualcosa che oggi è difficile da prevedere. Ad esempio che venga introdotta qualche metodica di allenamento rivoluzionaria finora non studiata. O che le ricerche scientifiche permettano di scoprire qualche ulteriore dettaglio della fisiologia legata agli aspetti energetici (miscele di zuccheri, assorbimento intestinale, consumo energetico delle fibre muscolari). Oppure, infine, non a caso l’innovazione dell’abbigliamento. Come accadde al nuoto con l’invenzione dei costumoni.

Il miglioramento “di massa” precede i records. E se la natura non fa salti, è perché progredisce in maniera graduale. Dal 1969 in poi, infatti, il tempo medio dei migliori 200 atleti nella lista di ciascun anno ha avuto un progresso di 7’01”-2’19”, pari a circa 12″/anno cioè 1’/5 anni. E’ vero che tale incremento prestativo ha riguardato soprattutto gli atleti keniani. Ed è anche vero che sono esistiti fattori di varia natura a spiegare questi incrementi prestativi. Solo una volta che i cambiamenti (es. metodologia allenamento, tecnica di corsa, integrazione energetica durante la prestazione) si sono diffusi a tutto il mondo, le prestazioni medie tendono a salire e ad uniformarsi. Secondo gli autori dell’articolo è probabile che nel caso della maratona sia successo che, soprattutto gli atleti del Kenya, abbiano migliorato la loro efficienza grazie alle metodiche di allenamento portate in quel paese da allenatori europei (soprattutto italiani). Questo implicherebbe che una volta che tali metodiche si allargheranno agli atleti di tutto il mondo, il livello medio non salirà più così rapidamente come è successo negli scorsi anni. Un rallentamento del miglioramento potrebbe esserci anche nel record del mondo. Ma chissà. I record sportivi, a volte, sono così istintivi ed allergici a calcoli e previsioni scientifiche.

Let’s wait and see!

La sfera della biro lasciava l’inchiostro nero su quel foglio così grande e così bianco. Il grafico piano piano prendeva forma. Il Professore univa i punti dei record che avevamo individuato. Una curva. Una curva crescente così dolce che dava ragione ai suoi calcoli. Suoi, sì. Perché nonostante l’articolo poi l’avremmo firmato entrambi, la paternità dei calcoli era sua. Io ero persa ad osservare il catarsi di quella situazione. Perché quando scriveva, il Professore, mi affascinava, mi ricordava tanto mia nonna Bruna. Avevano la stessa grafia. L’inchiostro rimaneva sul foglio alla stessa maniera. Così decisa e sicura ma al tempo stesso delicata. Di lei conservo i fiori che ad ogni compleanno, Natale ed evento che si festeggi, mi disegnava sui biglietti di auguri. Senza alcun declino, anno dopo anno. Fino all’ultimo. Di lui, conservo tra le pagine dei miei libri, grafici, calcoli, note e disegni di fisiologia. Quelli su cui riflettevamo le ore. Fino a che qualche record o evento ci portava a ritrovarci e riflette nuovamente insieme. Amavo confrontarmi con lui. Con la scienza in mano e l’evidenza dei fatti negli occhi. Di entrambi porto con me la curiosità, l’insegnamento che nella vita non si smette mai di ricercare e studiare. E, come nei record, non dobbiamo pensarci mai arrivati. Ma di progredire. Con pazienza e umiltà. Concedersi anche di sbagliare. In maniera lineare, dolce e graduale. Un po’ come la natura (e lo sport) ci insegna a fare.

Fonti:

  • Arcelli E., Casiraghi E. Maratona sotto le 2 ore? Forse tra 10-12 anni. Scienza & Sport, n. 25, pp. 74-76, gennaio 2015.
  • Joyener M., Ruiz J.R., Lucia A. The two hour Marathon: who and when? J. Appl. Physiol. 110_ 275-277, 2011.
  • Leibniz GW. Nouveaux essais. IV, 16, 12, 1704.

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