Cara Maratona, ma quanto mi costi?

Posted by Elena Casiraghi 29 Gennaio 2016 0 Comment 5441 views

Marathon running

Per compiere 1 km alla Velocità di gara il maratoneta spende circa 0,9 kcal/kg di peso corporeo.

Se il podista corre bene, cioè ha una buona economia del gesto tecnico, il suo costo energetico è inferiore e si avvicina fino a 0,8 kcal/kg peso corporeo. Se, invece, corre male, cioè ha una tecnica dispendiosa o non è abituato a correre, coprire 1 km gli costa assai cioè da 0,95 kcal/kg fino a 1 kcal/kg.

In pratica, considerando un atleta di 60 kg che ha una buona tecnica di corsa, si arriva a spendere in 42,2 km senza dislivello né vento, 2.278 kcal.

Durante il lavoro muscolare il 90% circa dell’energia si trasforma in calore (calore metabolico). In questo caso è pari a circa 2000 kcal. Tale calore dev’essere eliminato, cioè allontanato dal corpo.

Una parte viene eliminato attraverso il meccanismo di convezione.

Una parte attraverso il meccanismo dell’evaporazione. E’ il sudore che evaporando favorisce la dispersione del calore. E’ per questo che è fondamentale permettere al sudore di evaporare e non intrappolarlo in indumenti antitraspiranti.

Ogni litro di sudore che passa allo stato di vapore assorbe circa 600 kcal.

Nel corso di una maratona in ambiente mite si perdono in media circa 2-3 litri di sudore.

Anche se, in realtà, non tutto il sudore prodotto dalle ghiandole sudoripare evapora. Anche attraverso i polmoni viene eliminato calore dal momento che l’aria espirata è satura di vapore acqueo ed è senza dubbio più calda di quella inspirata.

Il podista di 60 kg elimina attraverso i polmoni circa 0,25 kg di acqua sottoforma di vapore che, in energia, si traduce con una spesa ulteriore di circa 150 kcal.

Questo valore è tanto maggiore quanto minore è la temperatura dell’aria ambientale.

E tutta questa energia, da dove deriva?

I combustibili, nella maratona, da cui deriva l’energia per i muscoli sono soprattutto il glicogeno, cioè la riserva di zuccheri stipata in fegato e muscoli sotto forma di amido (mi piace immaginare il glicogeno come fosse una banana o una patata schiacciata o della pasta scotta), e gli acidi grassi liberi (che io immagino come palline di grasso libere nel sangue e che vengono fagocitate dai muscoli non appena passano nelle vicinanze di una cellula muscolare “a tutta” intenta a correre e quindi a fornire energia al muscolo).

L’organismo non attinge in maniera distinta prima da un serbatoio e poi dall’altro.

Il motore umano funziona come uno scooter a miscela! A seconda soprattutto del tipo di allenamento, dell’alimentazione quotidiana e della temperatura e della genetica, la miscela varia nelle sue proporzioni.

Ma di questo ci sarà occasione di parlarne in un altro post.

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